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Il Resto del Carlino – intervista a Paolo Benvegnù

Paolo Benvegnù: “Seguitemi tra le stelle. C’è un vuoto pieno di vita. E la felicità”
Il Resto del Carlino, Ravenna – 25 marzo 2017

“L’amore? A volte lo confondiamo con il bisogno. Invece le stelle brillano senza chiederci nulla in cambio. Non male come sentimento, non crede?”. È un Paolo Benvegnù che ha imparato un po’ a sognare, l’autore di ‘H3+’, un disco dedicato a un viaggio nello spazio insieme a un misterioso alter ego, Victor Neuer. Questa sera alle 21 l’ex leader degli Scisma sale sul palco del Bronson per la seconda tappa di un tour che è iniziato con entusiasmo lunedì ad Arezzo. Arriva a tre anni di distanza da ‘Earth Hotel’, questo nuovo album, e va a chiudere una trilogia intimista iniziata con ‘Hermann’, nel 2011, con la quale il cantautore ha scavato “negli abissi dell’animo umano”. Ora mettendo un po’ da parte quel velo cupo che calava sui suoi precedenti lavori.
Benvegnù, aveva voglia di tornare su un palco?
“Siamo sempre molto contenti quando possiamo uscire dalle piccole stanze dove ci chiudiamo a provare. Ad Arezzo ci siamo divertiti molto. Questa sera torniamo in uno dei nostri locali preferiti, sarà un onore suonare”.

Cosa le piace del Bronson?
“È un club unico in Italia, ha una storia bellissima e particolare. E poi si percepisce viva la felicità che c’è dentro: un’emozione che avete nei cromosomi, voi romagnoli”.

Come avviene l’incontro con questo viaggiatore dello spazio a cui intitola l’apertura del disco?
“Come spesso capita per le cose più importanti, è stato un incontro fortuito. Ero alla ricerca di qualcosa di meno confortante delle realtà, delle cose che conosciamo, che ultimamente mi vanno un po’ strette. Così mi sono addentrato nell’oscurità. Mi sono chiesto: se io fossi un esploratore delle stelle, che cosa proverei di fronte al vuoto?”

E cosa ha scoperto?
“Che in realtà è un vuoto pieno di vita. Che anche la più piccola particella dell’universo, lo ione triatomico d’idrogeno (da qui H3+, ndr), ha in sé il tutto”.

Cosa l’ha spinta a partire per questo viaggio?
Credo che chi scrive canzoni abbia dei vuoti da riempire. Oltre ad essere stata l’occasione per chiudere una trilogia, la mia avventura nello spazio è legata a questa esigenza di esplorare l’abisso che è in noi, che è un po’ come andare alla scoperta di un pianeta sconosciuto. Perché, vede, il conosciuto a volte può essere noioso e banale…”.

Victor, alla fine, dove trova la felicità?
“Quando mondo reale e mondo immaginario si avvicinano, lì c’é la felicità. Spesso ci aspettiamo il relativo, e in questo relativo finiamo per creare un grande caos. In realtà è tutto molto più semplice, la felicità si trova in ogni cosa. Scoperta banale? Io trovo che vivere le cose per quello che sono sia un miracolo eccezionale”.

E lei, ha trovato la felicità?
“Negli ultimi anni ho imparato a guardare il cielo. Prima non lo guardavo mai”.

 

[C-RAV - 25]  CARLINO/GIORNALE/RAV/25 ... 25/03/17

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