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Gagarin Orbite Culturali – intervista a Maurizio Carucci (Ex-Otago)

Maurizio Carucci, il “contadino pop” degli Ex-Otago al We Reading Festival
Gagarin Orbite Culturali, 15 maggio 2016
https://www.gagarin-magazine.it/2018/05/musica/maurizio-carucci-il-contadino-pop-degli-ex-otago-al-we-reading-festival/

“Fattore ypsilon”, “understatement”, piglio da antidivo? La cosa probabilmente più azzeccata che è stata detta nell’ultimo anno sul frontman degli Ex-Otago è: “Sembra sempre sé stesso”. Chi scrive lo trova un grande complimento. Per lui, il “contadino pop” che nelle pause fra un concerto e l’altro coltiva ortaggi e vigneti in Val Borbera, significa avere portato a casa un importante risultato. Questo anche se, ammette, non è sempre facile coniugare due aspetti di sé che sono apparentemente agli antipodi. Specie in un contesto musicale mainstream dove l’arroganza, sopra e anche fuori dal palco, a volte (purtroppo) finisce per pagare più del talento. È Maurizio Carucci il nuovo ospite di We Reading Festival: appuntamento mercoledì 16 maggio a Savignano sul Rubicone, alle 21 alla Chiesa del Suffragio, con una nuova performance di lettura non convenzionale insieme al frontman della band genovese che, con l’ultimo disco Marassi, nel 2017 è stata consacrata tra i nuovi fenomeni della musica pop.
Al festival romagnolo il cantautore di Albera Ligure (la sua casa, oggi, è Cascina Barban, azienda agricola e “borgata contadina collettiva” che gestisce, insieme alla compagna, nella vallata in provincia di Alessandria) legge alcuni stralci di Giardini e no di Umberto Pasti. Sarà accompagnato nella sua inedita performance dal chitarrista della band, Francesco Bacci. Quella di Savignano è l’unica performance degli Ex-Otago in programma nei prossimi mesi, fatta eccezione per un live a Milano, a MI AMI festival, il prossimo 25 maggio. Nel frattempo il 18 maggio esce per Garrincha Dischi un nuovo singolo, che anticipa un nuovo, futuro album.

Cosa ti ha convinto a partecipare al We Reading Festival?
Il contesto informale e amichevole dell’evento e la curiosità di misurarmi con una performance inedita. In una veste, quella di lettore, che non è la mia.

Qualche anticipazione sullo show?
Non sarà uno spettacolo frontale. Io e Francesco metteremo il nostro “pessimo gusto” e la nostra “dubbia simpatia” a disposizione del pubblico. Sarà una chiacchierata da bar, luogo sacro dell’incontro.

La scelta del testo da cosa è dettata?
Sono quasi vent’anni che faccio il contadino: coltivo ortaggi, grano, legumi e vigneti. Anni passati a leggere anche di botanica, anche se non ho mai trovato il coraggio di cimentarmi con questa disciplina. In questo testo mi sono imbattuto per caso, in libreria: mi ha colpito il titolo. Leggendolo, sono rimasto affascinato dall’approccio dell’autore, che mette in relazione due mondi, la botanica e la condizione umana, apparentemente diversi, che in realtà sono l’uno lo specchio dell’altro. I giardini, in fondo, sono come fototessere: assomigliano a chi li fa.

Quindi durante il reading a Savignano si parlerà anche dell’essere umano?
È questo, per me, il terreno fertile. Specie se posso “coltivarlo” in chiave pop.

Il libro di Pasti è stato definito “Manifesto di resistenza botanica”. Il tuo stile di vita, invece, possiamo definirlo “Manifesto di resistenza naturalistica”?
Sebbene sia un devoto della Resistenza, quella storica, se parliamo di vita quotidiana non amo giocare in difesa, preferisco l’azione. Che non significa attacco, ma essere propositivi. Se parliamo invece di resistere a una perdita di contatto con la natura, allora sì, questa è la mia missione. Non parlo mai di questi temi, perché sono concetti che talvolta – sbagliando – do per assodati. Gli esseri umani avrebbero solo da guadagnarci a ritrovare un legame più profondo e più costante con la natura.

Nel 2017 con il tour di ‘Marassi’ avete collezionato oltre 100 date. Ora vi siete presi una pausa per realizzare un nuovo disco?
Sì, stiamo lavorando a un nuovo album che sarà anticipato proprio in questi giorni da un singolo. Esce il 18 maggio e si intitola Tutto bene.

Titolo eloquente?
È un buon momento, dal punto di vista compositivo. Anche se le aspettative, dopo l’album che ci ha fatto fare il salto, sono molto alte. Ci rompono anche un po’ le scatole, a dirla tutta, queste aspettative… Ma stanno lì e ce le teniamo. L’importante è non avere perso il godimento nel fare la nostra musica. Finche c’è quello, andrà sempre tutto bene!

Quando uscirà il nuovo album?
Io scrivo canzoni, curo la mia vigna, non mi occupo di strategia. Per questo non so rispondere a questa domanda. Posso dire che abbiamo materiale pronto per un nuovo disco, e nessuna fretta, obbligo o scadenza da rispettare. Intanto lanciamo il nuovo singolo, poi vedremo.

Parlano di te come l’anti popstar: lo trovi un complimento?
Se agli occhi del pubblico sembro sempre me stesso, allora vuol dire che ho fatto un buon lavoro. Tuttavia non è sempre facile far stare dentro a una stessa “scatola” (cioè me stesso) due cose con un ingombro così importante come la vita da popstar e quella da contadino. L’arroganza non è mai stata parte di me, né degli Ex-Otago. Anche se a volte questo atteggiamento ripagherebbe…

Cosa intendi?
A volte mi chiedo se questo essere troppo “easy”, come si dice di noi, non finisca per essere preso come sinonimo di poco valore. Ma sono solo ragionamenti da furgone, alla fine dei conti.

Meglio lasciarli a chi si occupa di strategia?
Ecco, appunto.

Dopo il reading di Maurizio Carucci e Francesco Bacci degli Ex-Otago, a Savignano alle 23 aftershow al Bar Sport con il cantautore toscano Erio.

 

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