Alma Frutta, pionieri in esotico e controstagione
Fm aprile 2018
Milano, via Cesare Lombroso. Siamo nella zona est del capoluogo lombardo, nel cuore di un’area industriale caratterizzata da fabbricati squadrati ed edifici obsolescenti, testimonianza architettonica di un’epoca ambiziosa, di cui oggi resta solo una traccia sbiadita. L’Ortomercato è una struttura emblematica in questo senso: mettere piede dentro al grande complesso ortofrutticolo gestito da Sogemi, è un po’ come essere catapultati in un luogo-non luogo, dove il tempo pare essere sospeso. Le sue linee rette scheggiate, i muri esterni pieni di chiazze marroni, i quattro padiglioni, enormi e bisognosi di restyling, costituiscono, nel loro complesso, una sorta di piccola città che vive di vita propria, con i suoi orari, le sue regole e anche un certo fascino “decadente”. Abbiamo attraversato l’Ortomercato nel suo perimetro esterno, in auto: entrati dall’ingresso che si affaccia su via Lombroso, siamo arrivati fino all’area sud, negli spazi dell’ex Frigoservizi, la centrale termica che un tempo serviva l’intero mercato ortofrutticolo milanese. Qui oggi sorge una piattaforma logistica di 5 mila metri quadrati, con dieci ribalte di carico e scarico e nove celle con temperature indipendenti, che – al contrario del complesso in cui sorge – si presenta come una struttura all’avanguardia e unica per il tipo di servizio che offre. Al.Ma. Logistica è il nome della piattaforma, nata in seno ad Al.Ma. srl, azienda presente da oltre 20 anni all’Ortomercato, leader nell’importazione e nella distribuzione di frutta esotica, frutti di bosco e prodotti ortofrutticoli contro stagione.
“Una struttura di questo tipo non esisteva, prima, sul mercato di Milano”, esordisce Alberto Albuzza, titolare di Alma insieme alla socia Gianna Mezzetti. Insieme i due imprenditori milanesi gestiscono una realtà che è quanto di più innovativo si possa trovare, nel nostro Paese, nell’ambito della commercializzazione di frutta esotica, di prima e di quarta gamma.
“Tre anni fa io e Gianna abbiamo avuto un’intuizione: – ci spiega Albuzza, mentre ci accoglie negli uffici dell’azienda, dove ci aspettano, seduti intorno a un tavolo, la socia in affari e il sales manager Claudio Gorini – quella di prendere in mano gli spazi abbandonati del frigo mercato e di farli rinascere, riqualificando la struttura e dando forma a un hub logistico in grado di offrire servizi di eccellenza per gli operatori dei mercati ortofrutticoli e della grande distribuzione, italiana ed europea”. “La nostra forza? – precisa – L’essere liberi da vincoli: la nostra piattaforma, infatti, è operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno”. Inaugurata a gennaio 2016, la struttura nel primo anno di attività ha movimentato 65 mila bancali, diventati 130 mila (+100%) nel 2017. “Il trend è in crescita. – rivela Albuzza – Contiamo, a regime, di arrivare alla movimentazione di 160 mila bancali all’anno”.
Ortofrutta fresca e contro stagione: un business globale
La società Alma nasce il 1° aprile 1990 ad opera di Alberto Albuzza. Ex presidente di Ago e oggi consigliere di Acmo, le due associazioni di categoria attive all’interno dell’Ortomercato di Milano, Albuzza, nel commercio ortofrutticolo, ci lavora fin da quando era piccolo. L’azienda di famiglia, infatti, opera nei mercati all’ingrosso dai primi del Novecento. “Inizialmente avevamo un magazzino esterno all’Ortomercato, dove seguivamo il canale horeca e gestivamo l’import di prodotti ortofrutticoli, per conto dei grossisti. – ci spiega – Finché un giorno abbiamo deciso di andare a venderli direttamente noi, questi prodotti”.
Oggi Alma è attiva nell’import ed export di frutta fresca tropicale e italiana per la grande distribuzione, per i mercati all’ingrosso e i dettaglianti. L’esotico è il suo core business: anche in contro stagione, attraverso una robusta filiera, l’azienda è in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta, offrendo la massima qualità, sicurezza e affidabilità.
I frutti di bosco sono un altro segmento in forte sviluppo, a cui sono dedicati anche una nuova linea e un nuovo brand. Senza dimenticare il “super esotico”: pitaya, rossa e gialla, mangostano, rambutan, maracuja, frutto della passione e altri frutti tropicali poco noti al consumatore italiano transitano per la piattaforma milanese, in piccole quantità, in base alla richiesta del momento. Infine c’è l’importazione di ortaggi e altri frutti freschi in contro stagione, che vanno a soddisfare la domanda di mercato anche in quei periodi dell’anno in cui la produzione italiana viene a mancare.
Una produzione di nicchia che Alma ha di recente introdotto nel suo business è quella dei funghi spontanei: porcini, ovuli, finferli e tutte le altre specie che crescono naturalmente nel sottobosco vengono importate dai vari Paesi produttori, a seconda del periodo dell’anno, e commercializzate in Gdo e nei canali all’ingrosso, in tutti i tipi di lavorazione (freschi, secchi, surgelati). “Attualmente lavoriamo con i funghi spontanei del Sudafrica”, spiega Albuzza.
Il “suono” del cocco
“Cosa ci contraddistingue dai competitor?”, apostrofano i due soci mentre ci scortano dagli uffici della società agli spazi della piattaforma, dove scopriamo, passando di cella in cella, quali prodotti ortofrutticoli vengono trattati in questo momento – L’estrema cura che dedichiamo a ogni prodotto, dal momento in cui viene raccolto fino all’arrivo nella nostra piattaforma, seguendo personalmente ogni singolo passaggio”. Un approccio certosino maturato durante l’esperienza pluridecennale con il canale horeca, che ora viene trasferito nel lavoro con i mercati all’ingrosso e con la Gdo. E che fa sì che, in Alma, si conoscano le caratteristiche di ogni frutto nel minimo dettaglio: come matura sulla pianta, come viene raccolto, come deve essere lavorato e spedito… perfino che suono deve avere un frutto. È il caso del cocco: per capire se il frutto è adatto alla commercializzazione o presenta difetti interni e muffe, gli operatoti di Alma hanno sviluppato una tecnica che consiste nel battere la noce con un cucchiaio (o un altro oggetto metallico simile) e ascoltare la sua risonanza. Se il suono è pieno, il frutto conservato all’interno è fresco e buono da mangiare. Se, battendola, la noce fa invece un rumore sordo, con tutta probabilità il cocco ha dei difetti.
La quarta gamma di frutta esotica
Alma è stata la prima azienda italiana ad avere scommesso sulla frutta esotica fresca pronta al consumo. Oggi è presente con la sua linea di quarta gamma in una delle principali insegne distributive nazionali. Ananas, mango, papaya e cocco, sbucciati, tagliati e pronti da gustare, sono distribuiti in pratiche vaschette mono referenza o mix, in alcuni casi accompagnati da una originale forchettina. Il prodotto proviene dal Ghana: arriva in Italia ogni giorno freschissimo, con spedizioni via aerea. Questo grazie alla partnership con l’azienda inglese Blue Skies, che serve tutta la Gdo a livello europeo e si è aperta da poco anche al mercato degli Stati Uniti. Blue Skies produce in Ghana: il prodotto, appena raccolto dalla pianta, viene lavorato in loco e quindi spedito via aerea in Italia, ad Alma, che è distributore esclusivo per conto della società britannica.
“Mentre i nostri competitor lavorano un prodotto trasportato la maggior parte delle volte via nave, non maturato sulla pianta, noi abbiamo la possibilità di offrire tutti i giorni frutta esotica raccolta al momento giusto, quando è matura, quindi tagliata e lavorata sul posto e pronta per arrivare freschissima sui banchi del supermercato, in pochi giorni. I costi dei carichi via aerea sono sostenibili in quanto viene spedito solo il prodotto pronto al consumo (senza nocciolo, buccia o altri scarti, ndr)”.
Il packaging dell’esotico di quarta gamma di Alma è stato da poco rivisitato e modernizzato. Le referenze attualmente disponibili sono cinque: Mango, Ananas, Cocco, Papaya e mango e Mango e cocco. “Inseriremo presto nuove referenze, – rivela Gianna Mezzetti – arricchite anche da salse da gustare insieme alla frutta. E sono previste delle novità: presto dall’Egitto arriveranno gli arilli di melagrana, le fragole e il melone a cubetti”.
Esotico: trend e provenienze
Il mango importato da Alma proviene, a seconda delle varietà e dei periodi dell’anno, da Brasile, Perù, Messico, Egitto, Costa d’Avorio, Mali e Benin. Viene trasportato per il 50% via nave e per il 50% via aerea, con quest’ultima rotta che sta vedendo un importante sviluppo. La papaya viene dal Brasile e viaggia solo per via aerea. L’avocado, al contrario, viaggia solo via nave: quello importato da Alma proviene dal Sudamerica, dal Sudafrica, da Israele, dalla Spagna e dal Marocco. L’ananas viene importata per il 90% tramite rotte aeree, i Paesi produttori di riferimento sono la Repubblica Dominicana e la Costa Rica. “Anche in questo caso siamo stati dei pionieri. – chiosa Albuzza – Dal 1990 importiamo ananas dalla Repubblica Dominicana, solo via aerea. Siamo stati i primi a usare le spedizioni aeree per questo frutto e gli unici che dopo tanti anni continuano ad attingere sempre dalla stessa provenienza. Siamo presenti direttamente in produzione”. Un altro frutto tropicale commercializzato da Alma è il bananito, coltivato in Colombia e importato via aerea.
I trend? Il mercato dell’esotico parla di consumi in forte crescita per tutte le tipologie di frutti. In particolare l’avocado – secondo i dati WAO (Organizzazione mondiale dell’avocado) riportati da Macfrut per la presentazione del Tropical Fruit Congress – in Europa ha un consumo di 350.000 tonnellate nel 2015, in crescita del 10% nel 2016 e di un ulteriore 15% nel 2017. In Italia nell’ultimo anno c’è stato un vero e proprio boom, toccando quota +76%. Il discorso non si discosta sul mango. Considerato uno dei frutti tropicali per eccellenza, la sua produzione mondiale è di 40 milioni di tonnellate e il suo consumo cresce un po’ in tutto il mondo: in Italia a doppia cifra, tanto da registrare un +22% a volume nel primo trimestre del 2017.
Questi trend positivi si rispecchiano nei flussi commerciali di Alma: per quanto riguarda il mango, le vendite nel primo trimestre 2018 sono incrementate del 28% per il via nave e del 60% per il via aerea rispetto allo stesso periodo del 2017. La papaya è cresciuta nello stesso periodo addirittura del 52%, con un interessante sviluppo della varietà Formosa, caratterizzata dalle grandi dimensioni del frutto. Anche l’avocado commercializzato da Alma cresce con trend positivi, che si attestano al +17%.
Quanto alle provenienze, alcuni Paesi, che fino a qualche tempo fa non venivano considerati nell’import di frutta esotica, si stanno rivelando particolarmente interessanti per diversificare l’offerta e assecondare le molteplici richieste del mercato. È il caso dell’Egitto, ad esempio, una zona produttiva su cui Alma sta puntando molto. “Prendiamo il mango: quello egiziano è un ottimo prodotto dal punto di vista organolettico, non possedeva però quelle caratteristiche estetiche (del frutto in sé e del packaging) adatte a renderlo appetibile per l’export. – ci spiega Gianna Mezzetti, che sta seguendo lo sviluppo su quest’area – Noi abbiamo scommesso su questo Paese e abbiamo portato il nostro know how sul posto, dalla produzione in campo al confezionamento. Con il nostro team di agronomi, abbiamo insegnato ai produttori locali come coltivare un prodotto di qualità, in grado di sviluppare, in fase di maturazione, quella tipica sfumatura rossa che lo rende seducente anche dal punto di vista estetico, e come proteggerlo dalle malattie”. Oggi Alma ha individuato due varietà di mango egiziano ottime per le importazioni via aerea, Kent e Hayden, di stagione in agosto e settembre, ovvero due mesi in cui sul mercato c’è scarsità di prodotto da altre provenienze.
I brand e le linee premium
Origen è il brand con cui Alma commercializza il bananito e il frutto della passione importati via aerea, Luna Verde invece è il brand del mango che arriva via aerea dal Perù. Poi c’è Go Fresh, il marchio con cui vengono commercializzati la papaya e diversi atri prodotti di importazione.
Novità 2018 è il brand Gold Selection, che contraddistingue l’esotico di alta gamma venduto sia sfuso che confezionato con un posizionamento premium, sia in Gdo che presso i grossisti. Il prodotto viene importato sia via aerea che via nave – selezionato – e le provenienze sono un po’ tutte quelle di riferimento per Alma, a seconda dei vari periodi dell’anno.
Inoltre c’è un’interessante novità che riguarda i frutti di bosco, che con la primavera vedono la nascita del nuovo brand Maturalmente. La linea, accompagnata da un esclusivo packaging in cartone, comprende lamponi, fragole, more, mirtilli e ribes, provenienti dai principali Paesi produttori quali Italia e Spagna in stagione, Polonia, Marocco, Argentina, Perù e Messico.