sting-cesena-carlino

Il Resto del Carlino – incontro con Sting a Cesena

“Vino e canzoni, una storia comune”. Parola di Sting
Il Resto del Carlino, Emilia Romagna

La cosa che lo ha più colpito, nella sua visita alla Biblioteca Malatestiana? È stata la lettera di Galileo Galilei a Cristina di Lorena, dice. Il libro più piccolo del mondo leggibile a occhio nudo, ha spiegato a Sting la delegazione cesenate che ieri ha scortato l’ex Police in una visita lampo ai gioielli della città, prima del suo incontro con i fan in un teatro Bonci gremito. L’occasione era la seconda giornata di Imaginaction, il festival dedicato al videoclip musicale organizzato da Daimon Film e Mn Italia con la direzione artistica del regista bolognese Stefano Salvati.
L’incontro al Bonci si è aperto con un medley video dei suoi maggiori successi, con i Police e da solista: un percorso, solo quest’ultimo, lungo 32 anni, durante i quali ha collezionato 12 album in studio. L’ultimo è ‘57th & 9th’, del 2016, un disco “dove c’è un ritorno al sound delle origini”, quello più prettamente rock. Lui, i linguaggi musicali, li ha esplorati tutti.
“Sono uno sperimentatore. – ha detto durante la chiacchierata sul palco con il giornalista Giorgio Verdelli – Mi piace andare alla scoperta di nuovi paesaggi sonori. Quando scrivo canzoni? Non so mai dove il mio percorso andrà a finire. Devo immergermi in un ambiente ‘fortunato’, dal punto di vista creativo intendo. Il resto viene da sé. E poi, la musica migliore, nasce sempre per caso”.
È uno storyteller, con una missione sociale: così ama definirsi Sting, al secolo Gordon Matthew Thomas Sumner, un gentiluomo inglese di 66 anni appena compiuti che dell’Italia si è subito innamorato, fin dalla prima volta che ci mise piede, da ragazzino. “Mi sento a casa, qua, e questo è un sentimento che mi fa stare bene”. Specie da quando, nella tenuta che insieme alla moglie ha comprato a Figline Valdarno, in provincia di Firenze, ha dato sfogo alla sua vera vocazione: fare il vigneron. “Un bicchiere di vino è come una canzone: se è buono, ha una storia da raccontare”. “E poi tutti diventiamo storyteller migliori, quando beviamo un calice di vino in più!”, aggiunge scherzando.
Durante l’incontro con i fan al Bonci sono state ripercorse le tappe principali della carriera di Sting, e i suoi grandi incontri musicali. Uno su tutti quello con Luciano Pavarotti, con cui duettò al primo Pavarotti&Friend. “Un giorno lo ospitai a casa mia, in Toscana. Mi disse che era a dieta e poi si divorò due polli interi”, ricorda con rispettosa ironia l’ex Police, sottolineando lo spessore di un artista “insostituibile, la voce del secolo”.
Cosa consiglierebbe a un giovane che oggi si affaccia sul mondo musicale? “Di imparare a camminare sulle proprie gambe, e di vivere al servizio della musica. Per me, la musica, è un viaggio spirituale”.

[C-QNEMI - VII]  CARLINO/GIORNALE/VAR/20 ... 15/10/17

 

  • Categories:

    Articoli e interviste

Click & Share