Max Gazzè

La Voce di Romagna – intervista Max Gazzè

Piacere, Max
Gli addetti ai lavori lo hanno definito “chansonnier de geste”, cantastorie, romantico paroliere. Lui preferisce definirsi semplicemente “musicista”, il cui compito è quello di «trasformare dei linguaggi emotivi in musica». Si chiude stasera a Ravenna, in occasione della Notte d’Oro, il lungo tour estivo di Max Gazzè, che nei mesi scorsi, insieme ai colleghi della band, ha percorso in lungo e in largo tutta la Penisola, macinando una data ogni tre giorni.
Si chiude con un grande concerto gratuito in Piazza del Popolo, alle 23, dove il cantautore romano rispolvererà tutti i suoi maggiori successi insieme ai brani dell’ultimo album “Quindi?”, uscito nel 2010 sotto etichetta Universal. C’è anche Mentre dormi in questo disco, il brano che fa da colonna sonora al fortunato film di Rocco Papaleo Basilicata coast to coast, dove, insieme ad Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno e allo stesso Papaleo, recita anche Gazzè. Fa la parte di Franco, un taciturno e solitario contrabbassista che dopo aver perso l’amore perde anche la parola: un personaggio che lui stesso ha contribuito a costruire, e che a tratti ricorda quel “timido ubriaco” delle sue canzoni. O forse anche lo stesso Max Gazzè. L’artista eclettico che, con quell’aria un po’ sognante e un po’ stropicciata, si è sempre distinto per una capacità del tutto particolare di confezionare canzoni in agrodolce che diventano subito motivi orecchiabili, dove racconta il mondo, le vicende del suo vivere, il viaggio degli amori impossibili e di quelli sublimi. Ha otto album alle spalle e la voglia di proporsi sempre con ironia e autoironia, “perché mi piace sdrammatizzare, quando è necessario”.  E quand’è sul palco? “Suono e basta. Sono un musicista, come ho già detto, non uno che deve parlare di politica o scandagliare altre questioni. Lo possiamo fare, ma magari in altri contesti. Che poi, messi come siamo, non è che ci sia consentito di dire più di tanto. Siamo tornati all’epoca di Orwell, dove c’è il grande occhio che tutto vede”. Si riferisce alle recenti questioni sollevate da Vasco Rossi contro Nonciclopedia, alla conseguente chiusura dell’enciclopedia online Wikipedia e alle proteste contro il ddl intercettazioni. “La situazione è drammatica, credo che dovremmo svegliarci dal torpore, e riappropriarci di un senso umano dello stare al mondo”.
Parliamo del tour, com’è andato?
“E’ stato un tour lunghissimo e ricchissimo, abbiamo girato tutta Italia a ritmi serrati, sempre insieme, su e giù da un pullman. Con la band però non ci sono stati problemi, anzi, si è creato un clima di grande affiatamento, una vera e propria alchimia. E abbiamo avuto anche tanto pubblico e tanta partecipazione: è stata davvero una bella esperienza”.
Ora si merita un po’ di riposo?
“Riposo? A casa, con tre figli? Macché, a casa mi tocca fare cose come fare la spesa o lavare i piatti… il vero riposo è quando sono in tournée!”.
Allora, piuttosto, avrà più tempo per pensare al cinema: la rivedremo ancora sul grande schermo?
“Beh, se dovessero capitarmi altri ruoli altrettanto interessanti e intriganti come quello di Franco, perché no?”.
“Mentre dormi”, il singolo che ha lanciato il suo ultimo album, è stato gettonatissimo: merito del film di Papaleo o piuttosto del nuovo contratto con Universal?
“E’ un brano che ha una sua poetica, parla di un amore primordiale, e racchiude un po’ il senso del film. Nella sua semplicità è una canzone che mi ha commosso, quando l’ho vista compiuta, e sono contento che il pubblico abbia percepito questo. Quanto a Universal, avrei qualcosa da ridire”.
Ovvero?
“Avere alle spalle una multinazionale ti dà il prestigio del marchio e mi piace l’entusiasmo di chi lavora nel mondo della discografia, ma non si può lanciare un disco sul mercato per poi abbandonarlo alle sue sorti. Nulla da dire sullo staff, è l’azienda che non mi ha convito: diciamo che vorrei continuare a lavorare con le persone di Universal… ma senza Universal!”
Gazzè, lo sa che anche lei è finito su Nonciclopedia?
“Davvero?”.
Sì, è sotto la voce “stalking”, hanno citato “Il solito sesso”. Ha presente? Quando esordisce con “Ciao, sono quello che hai incontrato alla festa, ti ho chiamata solo per sentirti e basta”.
“Ah, ah, ah! (ride di gusto). Sono uno stalker, lo stalker per eccellenza. E’ pazzesco!”.

Voce intervista Gazzè

  • Date:

    10/08/2011
  • Categories:

    Articoli e interviste
  • Client:

    La Voce di Romagna
  • Intervista a Max Gazzè per Notte d'oro 2011:

    Delle tante interviste che ho scritto per La Voce di Romagna in oltre 10 anni di collaborazioni, quella a Max Gazzè è quella a cui tengo di più. Un’ora al telefono, ai tempi è stato davvero disponibile e alla mano. Resta sempre il mio cantautore preferito… E poi è nato sotto il segno del Cancro, una certezza!
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